In occasione delle manifestazioni previste per BergamoBrescia capitale della cultura 2023, questo Archivio ha realizzato un percorso espositivo multimediale pensato per valorizzare il proprio patrimonio documentario dal titolo Tra paura, devozione e scienza. I luoghi della cura e i rimedi dal Quattrocento all'Ottocento a Brescia.
Tra i temi proposti dal comitato organizzativo della Capitale della cultura è stato scelto quello delle pandemie. È stato immaginato quindi un percorso espositivo che raccontasse, attraverso i documenti d’archivio, le epidemie occorse nei secoli, i loro rimedi e i luoghi della cura presenti sul territorio bresciano.
Nello stesso periodo in cui veniva concepito l’allestimento della sala mostre, si stava anche lavorando alla redazione di progetti finalizzati all’ottenimento di finanziamenti erogati in base al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), Missione 1 Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura – Componente 3 Cultura 4.0 (M1C3-3) – Misura 1 “Patrimonio culturale per la prossima generazione” – Investimento 1.2 “Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi per consentire un più ampio accesso e partecipazione alla cultura” finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU. Divenne naturale unire i due progetti, che si sarebbero sostenuti a vicenda.
Il finanziamento di 95 mila euro erogato a questo Archivio ha permesso di costruire non solo un percorso espositivo accessibile anche ai non addetti ai lavori, ma di ripensare totalmente la sala espositiva come uno spazio multimediale, con la rimozione di ogni tipo di barriera cognitiva per facilitare la comunicazione dei contenuti storico-artistici a una platea più ampia ed eterogenea possibile.
L’edificio in cui ha sede l’Istituto è stato realizzato dall’Amministrazione provinciale tra il 1954 e il 1959, e inaugurato il 3 ottobre 1960, in un tempo in cui l’archivio veniva inteso più come luogo di conservazione che come luogo di valorizzazione. Per questo motivo non erano stati previsti locali adibiti all’esposizione anche solo temporanea del suo patrimonio. Gli attuali spazi vennero ricavati, tra quelli esistenti, grazie all’iniziativa di Roberto Navarrini, direttore dal 1979 al 1992, mentre le vetrine espositive furono donate dall’amministrazione comunale.
La presentazione classica dei documenti risulta oggi integrata da una proiezione immersiva che, attraverso immagini e documenti d’Archivio, narra le diverse pandemie occorse nei secoli nel territorio bresciano. I documenti in esposizione sono stati approfonditi - con immagini in alta definizione, schede di testo e altri contenuti multimediali - per mezzo di un touch-screen collocato in uno spazio apposito della sala espositiva, che permette l’approfondimento dei documenti in esposizione e la visualizzazione di oggetti non disponibili fisicamente per svariati motivi, come quelli conservativi o perché appartenenti ad altri archivi. Le particolari caratteristiche del progetto hanno permesso di ottenere miglioramenti significativi sul piano della rimozione delle barriere fisiche e cognitive, dotando l’Istituto di tecnologie all’avanguardia per superare quella “diffidenza” che spesso accompagna gli archivi e il patrimonio documentario da essi conservato.
Progettazione e direzione dei lavori: Culturanuova srl di Arezzo.
Responsabile unico del procedimento (RUP): Debora Piroli, direttrice dell'Archivio di Stato di Brescia